I diritti del lettore secondo Pennac # 6

Continuo con i Diritti del Lettore secondo Daniel Pennac. Oggi tocca al sesto.

6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)

Ma in fondo il bovarismo non è  un diritto, bensì una vera e propria motivazione alla lettura. Io ne approfitto senza risparmio, e i miei libri più amati sono ovviamente quelli che mi permettono di esercitare il mio bovarismo dalla prima all’ultima pagina.
Bovarismo significa, in buona sintesi, immedesimazione, ma di regola la si intende in senso deteriore, ossia nel suo essere eccessiva e quindi connotarsi come vizio o debolezza adolescenziale, da immaturi, da sprovveduti. Eppure quando abbiamo scoperto la lettura abbiamo scoperto contestualmente il piacere dell’immedesimazione, del suo potere di farci evadere rivestendoci dei panni e dei sentimenti dei nostri eroi, e ne siamo caduti subito in balia. E’ un altro mondo più esaltante e sorprendente quello che ci aspettiamo di trovare tra le pagine di un libro; un mondo dove succedono le cose che noi desideriamo, che noi progettiamo, noi e non le circostanze prevedibili del nostro quotidiano.
E cos’è che ci tiene avvinghiati a una lettura, che ci fa stare svegli la notte per continuarla, che ci estrania dall’incresciosa piattezza delle giornate e che ci fa sentire orfani quando il nostro libro è finito, se non la delizia dell’immedesimazione?
Ci si affeziona non solo ai personaggi e alle vicende, ma anche agli ambienti e ai tempi in cui si svolgono, e quando si volta una pagina e ci si ritrova in una scena già nota se ne riconoscono i segni e le dimensioni come rientrando nel tinello, nel salotto, nella camera da letto di una casa che consideriamo nostra. Ci sono familiari – perché li vediamo nitidamente con la nostra immaginazione bovarista – perfino gli oggetti, le tende alle finestre, gli abiti, gli alberi delle strade, le facciate delle case, gli archi di un ponte. E’ un mondo parallelo nel quale entriamo con golosità, e dal quale usciamo di malavoglia e quasi sentendoci estirpati quando ci chiamano a tavola o al lavoro.
Godiamocela, questa malattia testualmente contagiosa; anzi, facciamoci contagiare incurabilmente dall’immedesimazione letteraria, e consigliamo vivamente a chi ne è esente di sostituire con essa quella veramente deleteria, ingiustificata e sempre più diffusa che prende a modello le vacuità insignificanti che ci offre la tivù.

2 thoughts on “I diritti del lettore secondo Pennac # 6

  1. A tal punto dal sentirsi dentro la storia fino all’estraniamento. Successo. Poche volte, ma successo. Ed è stato abbastanza difficile uscirne, in verità.

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    Non c’è altro. Solo la donna per rallegrarci,

    solo occhi di donna per riconfortarci,

    solo corpi nudi,

    territori in cui l’uomo non si stanca.

    Se non è possibile dedicarsi a Dio

    nell’epoca della crescita,

    che cosa dare al cuore afflitto

    se non il circolo di morte necessaria

    che è la donna?

    Siamo nel sesso, bellezza pura,

    cuore solo e pulito.

    *Non c’è altro. Solo la donna*Jaime Sabines*

    BUONA VITA

    catkiss

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