I diritti del lettore secondo Pennac # 7

Diritti del Lettore (D. Pennac): siamo al settimo.

7. Il diritto di leggere ovunque

Ovunque non è poi un problema, per il vero lettore.
Il vero lettore non ha bisogno di particolari comodità per leggere; ottima la poltrona in studio o in salotto, oppure il letto o la sdraio o anche due bei cuscini su un tappeto, ma il vero lettore legge tranquillamente anche in autobus, in metropolitana, in treno, in aereo, su barche, traghetti, navi da crociera, in sale d’aspetto e su panchine dei giardini; il vero lettore legge seduto, sdraiato, stravaccato, raggomitolato, ma anche in piedi sotto le pensiline e addirittura camminando, se convenientemente addestrato.
Da tutti questi posti e da tutti questi modi, il vero lettore esce e si affranca quando entra nel suo libro; dentro le pagine, un altro mondo, forse un’altra strada, un’altra pensilina, un’altra sala d’aspetto, oppure un giardino o un deserto, un salone da ballo o una soffitta, comunque sia per lui sarà un altro dove, e non ne prova mai disagio. Sa sempre dove stare, il lettore, e ci sta bene, ci sta da dio, dimentica il resto, non avverte scomodità, non si lamenta di sedili duri o correnti d’aria.
Il problema non è dove, ma casomai quando.
Il vero lettore dovrebbe avere il diritto di leggere ogni volta che lo desidera, e di farlo in pace, senza invasioni o interruzioni, senza la distrazione di passanti e impiccioni, senza l’obbligo di guardare l’orologio e di affrettarsi perché è ora di pranzo o di lezione o d’altro. Il vero lettore soffre fisicamente a dover chiudere il suo libro perché lo reclamano a tavola o perché la sua luce accesa alle tre di notte disturba chi dorme.
Il vero problema del vero lettore – il vero diritto da regolamentare – sono i rumori di fondo.

11 thoughts on “I diritti del lettore secondo Pennac # 7

  1. purtroppo scrivere su un blog impatta un po’ con il diritto di leggere ovunque… la carta da questo punto di vista è insuperabile! z

  2. E’ prevedibile che in un futuro non ancora quantificabile gli oggetti legati alla scrittura e alla lettura verranno cancellati dalla tecnologia; nei romanzi di fantascienza, i libri sono rimpiazzati da nastri magnetici, ologrammi e virtualità varia. Per ora trovo insostituibili e fonte di godimento anche tattile i nostri amati strumenti: carta, penna e calamaio, e il libro in quanto oggetto. L’odore dell’inchiostro, il fruscio delle pagine… non ci rinuncerei di certo.

  3. Concordissimo Buccia.

    Zop, col palmare la cosa si risolverebbe, volendo.

    E’ che non voglio.

    E poi…il libro non inquina.

    ciao.

  4. Visti i tempi frenetici che viviamo, oggi l’appassionato di lettura deve saper approfittare di ogni occasione. A me capita spesso di leggere mentre guido, per esempio. Mi ritrovo ad arrivare a destinazione senza ricordare di essere passato per la strada che ho percorso, e questo perchè, magari, durante il tragitto ho tenuto d’occhio più il libro della strada. Il mio luogo di lettura preferito rimane comunque la stanza da bagno; sia la vasca piena d’acqua calda sia la vera e propria “seduta di gabinetto”. Ci ho letto tantissimo, in quel modo, il libro appoggiato sul bidet e le gambe completamente addormentate…

  5. Esistono furbi editori che hanno creato apposite collane; credo si chiamino libri da bagno.

    Orrendi.

  6. Mah, veramente in bagno non ho mai letto: ci passo di corsa, e poi uso la doccia. Invece in macchina sì, mi capita di farlo tranquillamente anche guidando. Ai bei tempi ci studiavo pure, mentre andavo a lezione o all’ospedale. Adesso (doppio argh) riesco a leggere solo la sera, a letto, e sempre che il russante dorma già o non brontoli: di giorno, troppi rumori di fondo, il più strepitante è quello del mio senso di colpa.

  7. ovunque, sì: e per fortuna ho la dote (?) di isolarmi totalmente dal mondo mentre sto leggendo -esclusi gli schiamazzi televisivi, quelli proprio non li riesco ad escludere se non spegnendo o cambiando stanza.

    ho un sacco di tascabili tutti grinzi, per colpa dell’abitudine di leggere in bagno: ma non saprei rinunciare alla carta, non c’è niente di più comodo e più… gudurioso al tatto.

  8. A me piace leggere all’aperto. Per questo, e non solo perchè ho più tempo, leggo molto più d’estate che d’inverno. In spiaggia, su un prato, su una panchina del parco. Ma anche: in treno, nella sala d’aspetto del dentista. Insomma, fuori casa. Forse perchè in casa c’è la tv, il pc, i tegami da lavare, e con la consapevolezza di tutte queste cose, finisco per non trovare l’atmosfera ideale per gustarmi il libro.

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