Funamboli

funamboli

Gli annunci li hanno scritti coi gessetti colorati sui pali della luce. La gente del paese li va a leggere incuriosita.
“Cerchiamo funamboli”
I ragazzini pensano subito al circo, corrono in piazza, ma non c’è. Chiedono al prete che passa svolazzando, e non ne sa niente.
“Qui in paese non c’è posto, sarà fuori… – e corre via a benedire le case, ché è primavera.
Prendono le biciclette fuori di scuola e si sparpagliano per i campi, ma si fermano a far merenda con pane e zucchero, e tra le gambe aperte si scambiano figurine sull’erba.
Ce n’è uno che non ha la bici ed è rimasto davanti alla chiesa, e non ha neanche il pane con lo zucchero ma ha tante idee che scappano come lentiggini. Guarda in su e un attimo dopo è in cima, nella cella campanaria, e da lì lo vede, e chiama gli altri picchiando la campana con un sasso che gli porta fortuna in tasca.
Il Circo c’è, è lì in mezzo alla campagna più larga, prima che finisca con l’argine. Un tendone fatto con avanzi di stoffe e a forma di cono un po’ sghembo, ché le funi sono lente. Da lassù si vedono degli uomini con le maniche rimboccate, e donne che ridono rincorrendo bambini e galline.
Si presentano in molti, e si guardano l’un l’altro senza stupirsi di trovarsi tutti là.
Il primo è proprio il Maestro, occhiali di traverso e sguardo infantile da miope.
“Cosa sai fare ?”
“Imparare”.
“Assunto. Ti piace la polenta ? Stasera polenta”.
C’è anche la Carmela, vedova e vecchia fin da giovane. Coi capelli che non stanno mai fermi dentro le forcine.
“Cosa sai fare?”
“Mettere insieme il pranzo con la cena”.
“Brava. Assunta anche tu”.
Il Sindaco passa facilmente, gli basta dire che ogni giorno mette d’accordo i suoi compaesani che litigano per un confine.
Il Barbiere sa ripulire dal carbone e dal vino cattivo le facce raspose dei vecchi in pensione.
La Cartolaia ha un tesoro di colori Giotto che non vanno più di moda, e le Suore dell’asilo li trovano solo da lei: assunte in blocco, ci sanno fare.
Ginevra ci prova perché con un nome così deve inventarsi scuse impossibili per uscire di casa senza ingelosire suo marito.
Un Ragazzo coi brufoli ha problemi col parroco perché vuole entrare in seminario ma si chiama Eros, e si sta spolmonando da mesi per convincerlo a passarci sopra.
Loro sono ammessi per la purezza, e perché i loro nomi, oltretutto, sono giusti.
Ora di sera è passato tutto il paese, e ognuno ha portato in dote un pezzo di piccolo coraggio e uno di grande fantasia.
Il Circo li assume tutti, mariti senza lavoro, donne senza amore, bambini senza fratellini, vecchi che han fatto le guerre.
Cercavano funamboli, e li hanno trovati.
Domani sera, sotto il tendone rammendato, su una pista di paglia dove razzolano polli e conigli, ci sarà un Grande Spettacolo, e ognuno darà – questo è certo – il meglio di sé.
Poi, a mezzanotte in punto, con le faville sotto il pentolone della polenta ci faranno perfino i fuochi artificiali, che li vedranno fino in città.

21 thoughts on “Funamboli

  1. “Cosa sai fare ?”

    “Imparare”.

    me la segno per quando iniziero’ a fare i colloqui in Lombardia… :-)

  2. bello.bello.bello..

    me lo son letto tutto d’un fiato,come una corsa in un prato in un giorno di sole

    “…ognuno ha portato in dote un pezzo di piccolo coraggio e uno di grande fantasia”

    c’è dentro tutta la gioiosa saggezza del mondo*

  3. Ma è stupendo! Una facilità inventiva ed espressiva notevolissima.

    da funambola della parola, nel sole e nel verde della primavera.

  4. Io pure io pure.

    Cosa so fare? tutto e niente. Tutto e’ niente. Tutto o niente. Tutti per niente. Tutto dal niente. Tutto tra il niente. Tutto senza niente. Tutto. Niente.

    La polenta? preferisco le panelle, ma mi adeguo.

  5. Oh ragazzi grazie, son proprio contenta che vi sia piaciuto. E’ dedicato, in effetti, a tutti noi, funamboli della vita.

  6. e in città vedranno i fuochi, e si diranno -ma com’è che non ci siamo mai accorti di quante acrobazie sapevano fare, tutti quei nomi giusti coi loro pezzi di coraggio e fantasia?

    grazie, è un racconto proprio bello, pulito.

  7. Ho girato parecchio per trovarlo, ma alla fine ho intravisto di lontano la guglia rattoppata del tendone.

    All’ingresso c’era uno vestito da Domatore, baffi galloni e il resto, che distribuiva i biglietti.

    “Vorrei un biglietto per lo Spettacolo. Quant’è?”

    “Un ‘grazie'”, tuona quello.

    “Uh… beh, allora, grazie”, faccio io.

    M’ero già allontanato di parecchio, quando ho tirato il biglietto fuori di tasca e l’ho guardato.

    Era di un bel turchese e sopra c’era scritto semplicemente: “NIENTE PAURA”.

    Bello bello bello bel racconto.

  8. grazie per la visita.

    immagino che una lettrice come te abbia già sentito parlare di epsilon.

    un sorriso.

  9. Lo so che ho i piedi grandi, Buccia, non cominciamo con le allusioni. 😉

    Vai sullo Schermo Silenzioso, c’è una dedica per te.

  10. Veh, ti regalo questa poesia di Corrado Govoni.

    ‘La trombettina’

    Ecco che cosa resta

    Di tutta la magia della fiera:

    Quella trombettina,

    Di latta azzurra e verde,

    Che suona una bambina

    Camminando, scalza, per i campi.

    Ma, in quella nota sforzata,

    Ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi;

    C’è la banda d’oro rumoroso,

    La giostra coi cavalli, l’organo, i lumini.

    Come, nel sgocciolare della gronda,

    C’è tutto lo spavento della bufera,

    La bellezza dei lampi e dell’arcobaleno;

    Nell’umido cerino d’una lucciola

    Che si sfa su una foglia di brughiera,

    Tutta la meraviglia della primavera.

    Pensa che la postai su un blog di Repubblica, che si occupava del dopo-olimpiadi invernali a Torino, e Crosetti mi si commosse (…e ce ne vuole!!!) ;-).

  11. Grazie per questo omaggio: sono lusingata di averti fornito lo spunto per condividere con me con tutti questo testo delizioso e per nulla modesto, anzi ricco di un significato talmente denso che ci si dovrebbe vergognare di non pensarci mai abbastanza.

    Oggi mi hai fatto due regali, eh? Opperbacco!

  12. Zop, grazie anche a te per la visita, il commento (lusinghierissimo!) e la vignetta: una meraviglia!

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