Le donne

Sargent_uscita di chiesa

Le donne ficcano le tazzine della colazione nella lavastoviglie, si tirano una riga di rimmel sugli occhi attenti, si specchiano il rossetto nel retrovisore, rovistano un cellulare in borsa e mandano sms ai semafori.
Aprono porte con sorrisi seri e gambe decise, accavallano collant nerofumo sotto le scrivanie, appoggiano piccoli stretti occhiali in fondo al naso, giocano con le dita e i braccialetti.
Portano a casa sacchetti di lattine e insalata, stappano le bottiglie con cautela poi fanno scorrere molta acqua fredda sulle mani e ci mettono su un cerotto.
Raddrizzano i quadri e gli angoli del copriletto, e intanto gli si smaglia una calza e camminano a piedi nudi.
Accarezzano irresistibili oggetti di poco conto e fiori quasi aperti, ma con la punta delle dita come sanno fare loro.
Si riscaldano con una tazza in mano appoggiate al termosifone e aspettano pensando vago.
Con le amiche si raccontano bugie molto belle da inventare e da ascoltare, storie di uomini che le hanno lasciate e di molti altri venuti dopo. Si baciano con le guance, si tengono sotto braccio se piove, si aspettano davanti alle vetrine, poi non sempre entrano.
Con i bambini stanno attente, vorrebbero toccarli e prenderli in braccio, ma le madri non sono d’accordo perché poi piangono.
Comprano giornali da buttare sul sedile posteriore e più avanti nel cestino, sospirando di noia, ed esosi gioielli falsi agli ambulanti perché hanno un senso materno da esprimere, e come sovrapprezzo un sorriso di amicizia.
Inciampano in tacchi da sera con bocche splendenti per far contento chi le guarda, che si ricordi di loro per un attimo, anche se molto in là nel tempo.
Mentono innocenti o sviano le parole, ansiose di non far troppo male se non vengono comprese.
Ingoiano di nascosto pasticche per dormire o per dimagrire, vergognandosi un po’ di essere fatte così, diverse da quegli uomini che le vorrebbero diverse.
A quelli, agli uomini che attraversano le loro strade piene di sole e di voglie aggrovigliate, promettono di mantenere promesse non loro, e ci mettono il cuore; poi cade una stella e gli scivola di mano un piatto da asciugare e raccolgono cocci dimenticando di desiderare.

Gli uomini guardano come camminano e non sanno dove vanno. O gli contano gli anni negli occhi e poi si chiedono se c’è tempo. Oppure non vedono niente e si infilano in un bar a bere qualcosa da soli.

5 thoughts on “Le donne

  1. è sempre un piacere leggerti (ma bisogna aspettare le feste comandate, tipo natale e l’ottomaggio?)

    un abbraccio, Camillo

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