Questione di feeling

Ieri sera mi sono arresa e ho abbandonato L’arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon. È inutile: una quarantina di pagine in una settimana sono un segnale evidente di disinteresse. E mi dispiace, perché da questo libro mi aspettavo molto: mi aspettavo una nuova immersione nel postmoderno, mi aspettavo di conoscere un autore considerato fra i predecessori di D.F.Wallace, mi aspettavo che l’incipit – che mi aveva colpito con le sue atmosfere – mantenesse le promesse. Invece ho dovuto constatare che la scrittura di Pynchon non mi parla, non mi dice niente, benché io per avvicinarla mi fossi disposta con le orecchie ben aperte.
Mi dispiace sempre abbandonare un libro, e più ancora un libro considerato importante o in generale un autore universalmente acclamato, e ne ricerco i motivi, che possono essere diversi. A volte capita di voler per forza leggere il libro giusto ma nel momento sbagliato: è il caso in cui la colpa del mancato feeling dipende da me, da fattori personali, da circostanze esterne che condizionano in negativo la mia capacità di ricezione. Può anche capitare che un libro si presenti ostico perché – vai a sapere – sono io che non ci arrivo, non sono all’altezza. Oppure al contrario ho preteso troppo e mi sono fidata di consigli inadatti ai miei gusti o di critiche mercenarie.
Ma spesso il mancato aggancio fra libro e lettore dipende dall’autore stesso, che parla una lingua solo sua e si rivolge solo a se stesso. Si scrive addosso. Ovviamente questo è un criterio quanto mai soggettivo, è una sensazione che il lettore è libero di provare senza sentirsi in dovere di discolparsene. Lo stesso libro ad altri parlerà forte e chiaro e accontenterà le loro aspettative. Questione di gusti, di habitus, di livelli di esperienza e maturità. Questione anche di, per così dire, supporto.
Per esempio, Dante. Non ho avuto fortuna con gli insegnanti, al liceo, cosicché di Dante ho capito la bellezza solo dopo, crescendo da sola.
Viceversa Manzoni non mi è andato giù neanche dopo la scuola (la mia è stata quella nozionistica pre-sessantotto). Manzoni non mi piace perché è zelante, e lo zelo uccide la narrativa.
Altro mostro sacro con cui non parlo è Buzzati. Mi dicono che è un’eresia, ma c’è poco da fare: con Buzzati è un dialogo fra sordi.
E via così.
Da Céline mi aspettavo molto, e mi ha disturbato subito con un senso diffuso di forzatura (cosa che trovo piuttosto puerile).
Proust, che vagheggiavo mi avrebbe scaldata nei lunghi inverni padani, mi ha esasperata per le lungaggini autoreferenziali: diamine, sono una lettrice, non la sua psicoanalista.
Joyce mi spaventa non poco, ma lo sorseggio con cautela e forse la mia umiltà alla lunga avrà successo. Svevo invece è nelle mie corde.
Franzen mi aveva fulminato con Le correzioni ma ultimamente lo avverto freddo e presuntuoso.
Nabokov lo sento indigesto, un altro che parla da dietro un muro o da sopra un pulpito.
Steinbeck lo adoro, Faulkner mi fa sudare.
Roba più spicciola: Tamaro e Mazzantini non le reggo perché ridicole; il fantasy in generale perché noioso; Kundera perché parla in arabo; Baricco perché esala solo fumo; Tiziano Scarpa perché insincero; di Camilleri diffido perché scrive troppo; anche Simenon ha scritto tanto, ma sapeva come fare a non annoiare il lettore. Infatti lo leggo da sempre e non mi stufa mai.
Comunque ieri sera ho aperto Americana, di DeLillo, e per il momento mi sembra che potremmo intenderci, anche se siamo ancora ai preliminari. Purché non durino troppo…

4 thoughts on “Questione di feeling

  1. Anche a me la scuola ha fatto odiare parecchi testi. Dante l’ho apprezzato soltanto quando l’ho sentito declamare, Manzoni l’ho riletto qualche anno fa e mi è piaciuto.
    Poi, come dici tu, capita di leggere libri nei momenti sbagliati.
    Ci sono momenti in cui mi piace evadere, ma proprio lontanissimo, e allora mi butto sul fantasy della Zimmer Bradley; altri in cui ho bisogno di sentire le voci dei singoli personaggi e allora volo a Macondo.

  2. Ho letto oggi questo post, e mi ha colpito essere considerato così. Come mai ha avuto questa impressione? Se ha voglia di dirmelo per mail, sarei molto contento. Grazie

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