Donne tu tu tu

Giovedì ho passato il pomeriggio su un divano comodissimo, sotto un plaid, in compagnia di mia sorella. Ci siamo raccontate cazzate a macchinetta, una tirava l’altra. Con mia sorella riesco a parlare di cazzate che non mi passa neanche per la testa di condividere con altre donne, perché solo con lei riesco a caricarle di quella ironia che rende sopportabili certi argomenti oziosi. Per esempio, considerazioni sulla moda, le pettinature, gli smalti per unghie, il colore della biancheria intima: tutti argomenti da parrucchiera. Da lì, siamo scivolate a tessere l’idea utopistica di trovarci una parrucchiera per sordomuti, nel cui salone dovrebbe regnare quel confortante silenzio che ci permetterebbe di leggere mentre le nostre capigliature vengono sottoposte a trattamenti chimici di cui ignoriamo la natura e l’utilità. Tra una cazzata e l’altra ci siamo scaldate i piedi a vicenda e abbiamo anche chiacchierato di libri. Fatte le debite proporzioni (lei un miniappartamento, io una casa enorme), credo ne possieda più di me. Se non ricordo male, abbiamo disquisito anche di politica. Ci perplime il nuovo slogan lavorare di più, lavorare in più, lavorare più a lungo. Ci perplime perché non vediamo come si possa allo stesso tempo lavorare in più e anche più a lungo, se lo stesso posto di lavoro deve rimanere occupato fino a un’età più avanzata. Ci perplime perché non capiamo come si possa lavorare di più se non c’è lavoro in generale.
Si stava così bene sotto quel plaid che si è fatta sera in un attimo e ho dovuto rimettermi in strada per casa mia. Sulla porta i soliti saluti: “Cerca di mangiare, che sei magra” e “Senti chi parla”. Ogni volta mi viene in mente quell’aneddoto di P.M.Pasinetti a proposito di due sue vecchie zie:
“Come la fastu, ti, la carne in tecia?”
“Come ti”.
“Anca mi!”

L’indomani mattina, venerdì, abbiamo replicato le quattro ore di chiacchiere ma stavolta in trasferta al pronto soccorso, per motivi che esulano dalle tematiche di questo blog e che comunque restano fortunatamente banali. Di trovare parcheggio in ospedale, neanche a parlarne, perciò ci siamo fatte il nostro quarto d’ora a piedi lasciando comunque la macchina in sosta contromano. Dopo il triage, abbiamo aspettato un’oretta in una sala d’attesa dove una tivù al plasma (non umano, o forse sì? ora che ci penso, forse sì) trasmetteva La storia siamo noi di Minoli. La puntata era dedicata alla Thatcher; i passaggi migliori erano quelli con Meryl Streep. Sui titoli di coda ci hanno chiamate in area verde e lì abbiamo aspettato di nuovo, stavolta senza plasma però stranamente fra molti spifferi. Ci eravamo portate la Domenica quiz per ingannare il tempo, ma non ci è servita perché avevamo ancora tante cazzate da raccontarci, rimaste in sospeso dal giorno prima. Tipo analizzare in quali svariati modi e per quali insondabili motivi noi due siamo così diverse dalla massima parte delle nostre coetanee. Deve essere perché noi, a differenza di loro, siamo scresciute.
E mentre stavamo lì a gelarci il culo su sedie di metallo tutto tranne che ergonomiche abbiamo visto passare la solita corte dei miracoli che si vede ogni giorno in pronto soccorso, in particolare anziani con ematomi in faccia causa cadute su marciapiedi sconnessi o extracomunitari con fazzoletti insanguinati intorno a dita affettate o schiacciate in corso di lavoro nero. Ci ha portato un po’ di distrazione un momentaneo trambusto dentro l’ambulatorio dove un medico stava visitando un detenuto. In un attimo il corridoio si è riempito di agenti della polizia carceraria e del presidio di pubblica sicurezza interno, e si sono visti cipigli, parecchie fondine gonfie e un paio di mitra esibiti in chiaro.
Dopo la visita, i raggi e il responso favorevole, ci hanno rimandate a casa previo pagamento di un ticket che è risultato sensibilmente più caro dell’importo della prestazione in sé.
Fanculo, ci siamo dette, noi stamattina ce la siamo spassata: è anche giusto, in fondo, lasciare una mancia.

7 thoughts on “Donne tu tu tu

  1. L’importante è che non andiate in pronto soccorso alle tre di notte perché avete 40 di febbre da una settimana durante la quale non avete preso niente, come pare capiti quasi sempre :^)

  2. Io mi porto il kindle che 4 ore con mia sorella potrebbe scorrere il sangue.
    Anche se il pronto soccorso potrebbe essere il posto adatto.
    Solo al posto di Domenica Quiz… sicuramente la Settimana.

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