Spoiler: se ne sconsiglia la lettura a un pubblico emotivamente suggestionabile
(poi non dite che non ve lo avevo detto, eh)
La sento arrivare, sì.
Per ora è solo un sospetto, ma l’esperienza sembra riconoscerla ugualmente. Un sospetto, un alito sotterraneo che sa di freddo e umido, di tanfo di topo, di muffa. A tratti sembra soffiare più forte, più insinuante, e sempre alle spalle, nel bel mezzo del prato sotto il sole; ma se mi giro per sorprenderla gira anche lei, e mi sta sempre dietro, come un sicario. Ne parlo al femminile perché è subdola e traditrice, e il suo bersaglio è l’inerme, quello già perdente in partenza.
Come avversaria è sleale e camaleontica, una femmina senza scrupoli, un’avvelenatrice. Non fa rumore. Non ronza, non sibila, non ruggisce; è silenziosa come una cantina, di un silenzio assordante come le pulsazioni nelle orecchie in una stanza anecoica. Il suo piano è identificare un pertugio poco presidiato, una vecchia cicatrice mal rimarginata – e ne trova, ah se ne trova – in cui iniettare il suo contagio, e poi, una volta dentro, dilagare ovunque, svegliare le spore dormienti lasciate qui l’ultima volta, colonizzarmi tutta. Vuole la mia vita, la mia giornata proficua, il fiato con cui parlo e spesso rido, le mani che non starebbero mai ferme, se lei non le incatenasse con i suoi lucchetti. Vuole staccare la luce, vuole il tutto grigio, il tutto piatto, il tutto senza forma né alcun calore, un tutto così uguale che è come essere già morti. Ma prima vuole succhiarmi fuori la mente e la volontà e tutti i sensi, la vista e l’udito e il tatto, e naturalmente al loro posto mi lascerà un vuoto smarrito, rassegnato, assolutamente inutilizzabile, come quello dei pazzi.
Mi odia, e io ricambio il suo odio con le uniche energie che riesco a difendere mentre mi prosciuga tutte le altre. A volte vorrei parlarle, spiegarmi, avviare un confronto e una trattativa. A volte invece vorrei ignorarla, lasciarla a bocca asciutta, che si fotta da sola. Meglio di tutto sarebbe non nominarla nemmeno, mai e a nessuno: distruggerla con il silenzio e con il disprezzo. Ma quando ci provo vince lei lo stesso. Perché quando azzanna non posso fare a meno di urlare, di dibattermi, di chiedere aiuto (portatemi via, non lasciatemi qui sola con lei!), e a chi intorno a me si allarma o si addolora non so come spiegare che sono di nuovo in trincea, in un cunicolo fangoso e senza appigli, a vedermela con la mia Nemica che non ho mai visto in faccia, che mi vuole a tutti i costi, che ha il solo implacabile obiettivo di svuotarmi il pensiero e venirlo a occupare lei, che si ritira ogni tanto solo per sorprendermi dopo ancora più indifesa di prima, e che conosce tutti i miei trucchi infantili – nascondermi, abbracciarmi le ginocchia, chiudere gli occhi forte forte gridando dentro – per tenerla non dico a bada ma almeno un minimo più distante, lo spazio per tentare un’ultima rincorsa e scappare più lontano possibile dalla Paura di lei.
Esercitati a distaccarti da tutto ciò che temi di perdere
[Master Yoda]
E se non bastasse, ricorri al testo del Tao Te Ching: se non offri appiglio chi potrà aggrapparsi? se non opponi chiusure chi potrà insinuarsi là dove è una distesa aperta?
(ok, lo ammetto, ero in astinenza da captcha)
post scriptum
Non so come funzioni la segnalazione cromatica nei territori di altervista, comunque sotto “Esercitati” c’è il tutorial didattico che invita, di fronte a forze immani e difficili da affrontare e sbaragliare in scontro aperto senza il rischio di essere frantumati, a lasciarsi attraversare, come un muscolo che si distende, rilasciando la contrattura.
Visto, visto; e l’immagine del muscolo che si distende mi ricorda, in effetti, qualcosa…
Ma vedi, la resistenza passiva farebbe il suo gioco, di quella stronza intendo. Io invece sono per il contrattacco: ho già rifornito i miei arsenali di armi chimiche 😉
Non leggo i post che avvertono sin dall’inizio che fanno paura…figurati see mica son pazza io la notte voglio dormire senza serrarmi le ginocchia
io l’ho letto tutto.
e, stranamente, non ho pianto.
mi sa che mi devo allenare di più per il cry pride…
@lillina @singlemama Lo spoiler era per una persona che mi vuole bene e che prende troppo sul serio gli stupidessi che scrivo qui. Dopo le telefono e so già che mi toccherà sudare per convincerla che è tutta fiction 😉
Ok. Sono suggestionata.
Ma appunto, sono solo suggestioni. Non caschiamoci.
… noi non ci cascheremmo se tu non fossi brava quanto sei.
Peggio di Orson Welles e i suoi marziani…! neanche fosse il 1° aprile.
Beh sai, è che i lettori bisogna tenerli avvinghiati con qualche effetto speciale 😉
Bello, molto bello.
Non sembra fiction.
Il finale è una chicca: scappare più lontano possibile dalla Paura di lei, mi dà l’idea che i nemici contro cui combattere sono due.
Beh, hai detto il vero: ci sono la Paura e la Paura della Paura. La seconda è peggio ancora perché striscia dentro per sempre. È come, diciamo così, uno sciame sismico sempre attivo dopo la scossa forte. Ma perché non parliamo di cose allegre?
Tu sai tutto, e se non lo sai, quando cominci a scrivere ti viene in mente.
Se ho ben capito, ti ci sei riconosciuto. Fratello!