Mi vedo tra qualche anno, invecchiata quanto basta per avere ormai vinto la paura di invecchiare, libera da ogni seppur fisiologico residuo di vanità, in sereno accordo con le rughe e i capelli bianchi, deliziata dal diritto di indossare vestitini neri a fiorellini come quelli di mia nonna e magari la sua crocchia così femminile, le scarpe morbide per passi piccoli e silenziosi, le vene sulle mani che ispirano tenerezza, una fragilità da rispettare.
Mi vedo tranquilla, compiuta, su una poltroncina di vimini sotto una pergola di bignonia che confina con la spiaggia. Perché per allora mi sarò guadagnata la casetta bianca direttamente sulla sabbia, fresca dentro e con i papaveri, i girasoli e il basilico tutt’intorno.
Sarò più vecchia ma non per questo amerò meno il sole, e lo prenderò fin dal mattino presto, curando un orto minuscolo e un susino che gronderà di frutti. Non per l’età temerò di nuotare nel mare, immergendomi a picco fino a raccogliere nubecole di sabbia fine sul fondale.
Riemergerò forse con il cuore un po’ veloce e lo riposerò stesa sotto il cielo pulito finché avrà ripreso il suo ritmo, ma quella botta di vita avrà ridato la carica alle arterie un po’ annaspanti, ai muscoli delle gambe un po’ in declino.
Per allora, i miei cari staranno tutti bene, saranno chi guarito chi sistemato, tutti al sicuro e in grado di farcela. Così potrò occuparmi solo di me stessa, della casetta bianca, dell’orto e della bignonia, dei libri che non ho finito di leggere e di quelli che non ho finito di scrivere. Mi prenderò un po’ di riposo dalla vita, riscuoterò tutte le ferie maturate e non godute, e i crediti in sospeso – beninteso dopo che avrò saldato tutti i debiti. Sarò come una gatta placida e saggia che non contempla nel suo universo (lo disconosce geneticamente) anche il solo significato astratto della parola “problemi”.
Comunque, niente panico: lascerò un recapito e il telefono acceso. Al bisogno, chiamatemi.
Io per voi ci sarò sempre.
vieni a scrivere sul tuo futuro anche di là da me, che come lo immagini tu non ci riesce nessuno
Non so se basti immaginarlo e scriverlo, ma a volte resta l’ultma arma per cambiare in meglio le cose.
Che meraviglia…non ho parole, sono sopraffatto da cotanta poesia
:*
A proposito: ogni tanto potrò venire a chiederti un po’ di basilico?
Basilico, timo, salvia, rosmarino, erba cipollina, origano, maggiorana, cerfoglio, dragoncello, menta, prezzemolo, rucola, alloro e tanta tanta tanta vitalissima gramigna. Quest’ultima te la do in omaggio, che ne ho d’avanzo.
Io invece mi vedo a lavorare, tutta storta e nodosa, con tre paia d’occhiali ma sempre qui. Per forza, la pensione, se mai dovesse arrivare, mi toccherà a anni centotre. (Bel pezzo Melu, mi tocca dissacrare per non piangere)
Pfui, la pensione è roba da uomini!
Voglio anche io la tua stessa saggia vecchiaia.
Meraviglioso questo post
Scrivendolo, pensavo alle tue parti, all’orto mediterraneo di casa tua e a quella libera immersione nella natura che mi sembra caratterizzare la tua vita, la tua terra.
Io non credo che arriverò a godermi la vecchiaia. Per un motivo o per l’altro, penso morirò prima.
Tsk, sei giovane, bello, artista e soprattutto amato, e parli così? Ah, ho capito: intendevi che di felicità si può anche morire.
Giardiniere esperto offresi,
giusto il tempo di sistemare alcune cose e poi libero.
Ti assumo, ma come cuoco: va bene lo stesso? Comunque fai con comodo, non ho mica fretta. Anche io ho un paio di milioni di cosette da sistemare, prima.
Che visione meravigliosa, che splendido tempo sarà quello. Ma non ti lascerò sola, ti raggiungerò per poter godere della tua pacatezza e assorbire la tua serenità.