Qua sono, e dove sennò?

Se venite in biblioteca in questi giorni, mi trovate sempre. Anche la mattina. Almeno fino al ritorno del Capo dalle ferie, perché dopo riprenderò il mio orario esclusivamente pomeridiano, in rispetto delle altre mansioni che mi spettano in qualità di (trovo sempre abnorme definirmi così anche dopo tanti anni) casalinga.
Venite e mi trovate. Se non mi vedete subito, abbiate fede: ci sono, ma magari imboscata tra gli scaffali o nel magazzino, oppure al mio posto ma troppo piccola per emergere dietro gli scatoloni. Se sono visibile, probabilmente sono impegnata in ricerche al computer, o sto telefonando e ricevendo telefonate, o riordinando libri e quotidiani. Se sono visibile ma solo con la coda dell’occhio, è perché sto saltando come un grillo da un computer all’altro, da uno scaffale all’altro, alla velocità di superman e con l’agilità dell’uomo ragno. Se riuscite a fermarmi, rivolgetemi pure qualunque domanda o richiesta: dimostrerò con un largo sorriso la mia attenzione ai vostri problemi e tutta la volontà traboccante di risolverli. Più sono ardui e più mi vedrete luccicare negli occhi la felicità per la sfida. Mi metterò al vostro servizio e per voi troverò l’introvabile e consiglierò l’inconsigliabile, anche facendo forza su me stessa, sul mio naso che ha il vizio ineducato di storcersi facilmente, quello snob.
Volete una lettura da ombrellone? Vi accompagnerò personalmente allo scaffale di Sparks (che poi sta vicino a Danielle Steel) e lì vi lascerò da soli a scegliere nella più completa libertà e riservatezza, astenendomi da commenti. Occhio che un po’ più in là c’è Steinbeck: evitatelo, per voi è veleno.
Volete tutta la bibliografia di Cristina Benedetta Parodi? Vi procurerò la sua opera omnia richiedendola ad altre biblioteche più spendaccione e meno selettive, e vi avviserò dell’avvenuta consegna in tempo reale via telefono o mail. Ce la fate a mangiare cose decenti nell’attesa delle sue ricette sciagurate?
A un mese dal prestito vostro figlio non riesce ancora a staccarsi dal librino cartonato di quattro pagine con il trenino e gli orsetti? Niente paura, segno che il bimbo è sensibile: ve lo prorogo per altri sei mesi, d’accordo? Così intanto il pargolo cresce e magari passa a qualcos’altro, tipo Stilton che va sempre come il pane e poi è molto formativo. Mica come Rodari.
Avete finito di leggere un libro peso e sentite il bisogno di disintossicarvi con qualcosa di più estivo? E qual era il libro peso? Hornby? Capito, siete maturi per passare a Kinsella: tutto un altro mondo. Non badate al mio sogghigno, un attimo di debolezza e non sono riuscita a trattenerlo.
Cercate Coelho, Faletti, un thriller scandinavo, una saga celtica, un fantasy nostrano, l’autobiografia di un calciatore, le rivelazioni di Paolo Brosio, la dieta Dukan, una guida della Patagonia? Se non li ho in casa, rastrello tutto il sistema (98 biblioteche, mica niente) e Dio mi fulmini se non ve li trovo.

Se invece siete all’antica, leggete col cuore, cercate la vostra vita vera e inconfessata in quella dei personaggi, amate pesare il valore della singola parola, rabbrividite di commozione nello scoprire che un libro vi capisce come mai nessuno prima, godete sulla vostra pelle e nelle vostre occhiaie l’insonnia del bibliofilo perché leggere è la cosa più bella che abbiate imparato a fare, è la salvezza dell’anima dalle sabbie mobili, dalla pece, dalla bonaccia sterile, dall’omologazione rincoglionente, dall’inesauribile stupidità dei vostri simili che non leggono, se la lettura per voi è insieme linguaggio, musica, immagine, realtà e sogno, azione e riflessione, stimolo e sostegno, ragione di vita, infinito amore, beh a voi darò il meglio di me. Chiedete, e cercheremo insieme, e insieme troveremo e insieme ci innamoreremo, illuminandoci d’immenso. Grazie di esserci. 

ps: no, perché stamattina una liceale mi ha chiesto un libro che si chiama Otello, non sono sicura ma credo sia di scespir

16 thoughts on “Qua sono, e dove sennò?

  1. La Parodi che cucina è Benedetta, mi capita di beccarla quando accendo per il tg.
    Scusa ma Brosio che rivelazioni aveva da fare? Non era quello che parlava di calcio? Se ha fatto altro io sono rimasta li

  2. nella mia biblioteca, oltre al beota coi libri, c’è una tipa – oh, niente a che vedere con te – epperò io quando vado da lei un po’ a te ci penso, si dà un gran daffare per soddisfare i miei desideri appuntati sui pizzini e cerca e cerca e paziente mi accompagna davanti agli scaffali della letteratura americana, o di quella inglese a seconda dell’esigenza e poi – unica persona in tutta la struttura – ogni tanto sorride, di quel sorriso che lo capisci che ama i libri e ama i lettori. E perciò, se ti fischiano le orecchie, sono stato in biblio, ecco.

  3. In fondo…chi può dire che quelli che chiedono in biblioteca Steel o la Kinsella abbiano, e abbiano già letto, in casa Dostoevskij, James, Hemingway, Pasolini e Victor Hugo?

    Anche a me capita di prendere in prestito in biblioteca i libri di cui non sono convinto…anche perché se il libro mi piace faccio fatica a restituirlo.

    Tra l’altro io nel mio scaffale metto di proposito i classici affianco ai chicklit…visto che in libreria li mettono sempre in settori distanti anni-luce uno dall’altro, immagino che, non conoscendosi bene tra loro, abbiano anche molto da dirsi.

    Peccato la tua biblioteca sia troppo lontana…sembra piuttosto fornita.

    • Tu hai perfettamente ragione, però il pezzo è autoironico. Mi diverto a dipingermi come burbera, ma in realtà sono un pezzo di pane :-)
      (ben arrivato da me)

  4. si, si. così fanno le/i bibliotecari/e. Aprono mondo, tracciano strade, scoprono segrete vie. E quando ad una kinselliana offri una Nemirovsky e te lo riconsegna poi con gli occhi luccicanti di gioiosa sete, allora sai perchè fai quel mestiere… come mi mancano quelle biblioteche, cosa darei per tornarci. Non ho ancora un’idea precisa di dove sia la tua, ma temo un po’ lontana da me.

  5. sto facendo la ola da sola per le ricette sciagurate .

    chi sa solo vagamente cucinare, quella roba non la fa.
    [lo confesso, ho preso il libro in bibilioteca e provato un paio di ricette per poi inorridire.]

  6. Quando ancora lavoravo coi libri, una volta entrarono da me mamma e figlia. La madre prese un libro di Oscar Wilde dallo scaffale e porgendolo alla figlia disse entusiasta: “Guarda! Il fantasma di Canterbury!” e la figlia, in contemporanea, prendendo il libro in mano: “Aaaah,si! Fantasia di Canterville!”
    Applausi. Sipario.
    Saluti.

    http://storielacrimevoli.blogspot.it/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.


*