Mississippi

Mino non ha mai pescato così tanti pesci in un solo pomeriggio.
Il fatto è che nessuno è venuto a chiamarlo per la merenda e i compiti, e questo è molto strano.
Non è strano per niente, invece, che la sua barchetta sia un terrazzino, la sua canna da pesca un bastone con uno spago e il suo Mississippi il cortile di cemento del condominio. Bisogna vedere quanti pesci, e come abboccano! Di tutte le misure, piccoli e grandi; i più divertenti sono quelli grossi che si dibattono, tirano forte, ma lui tira ancora più forte e li prende tutti. Nell’album di figurine che ha riempito con il nonno ci sono le immagini dei pesci di tutto il mondo. Uno alla volta, Mino ha intenzione di pescarli tutti, che siano d’acqua dolce o salata. Così a volte spinge la sua barchetta in mezzo al mare e aspetta che abbocchino. Nel mar dei Caraibi ha pescato pesci angelo, in quello del Giappone dei velenosissimi pesci palla, nell’Oceano Indiano il pesce chirurgo e il pesce farfalla. Ma senza andare troppo lontano (perché alle 4 di solito deve rientrare per i compiti), nel Mediterraneo ha catturato enormi cernie e squali bellicosissimi, tutto da solo!
Se sarà promosso, il nonno gli ha promesso una canna da pesca vera, misura da bambino ma per il resto completa di tutto.
Ma adesso Mino ha fame, ed è anche un po’ stufo di pescare. Accosta la barchetta alla riva erbosa del Mississippi e scende a terra.
In cucina non c’è nessuno. Sul tavolo qualcuno ha lasciato un mazzo di rose bianche avvolto da un largo nastro nero con una scritta argentata. I bicchieri sono sullo scaffale alto, dove lui non arriva. Va a cercare la mamma, ma c’è quello strano silenzio in casa, e le persiane mezze abbassate.
Sono tutti nella camera del nonno. Il papà, la mamma, gli zii, le zie, anche don Guido. Bisbigliano, qualcuno trattiene un colpetto di tosse, altri si soffiano il naso. Il nonno è a letto, da qualche giorno sta poco bene e non è più venuto a pescare. Dietro i parenti vestiti di nero, Mino non riesce a vederlo, ma siccome tutti parlano sottovoce capisce che sta dormendo. E non sa cosa fare, non vuole disturbarlo.
La mamma si accorge di lui, lo prende per mano e lo porta via.
In cucina gli versa un bicchiere di latte, poi toglie le rose dal cellophan e le aggiusta con tristezza in un vaso.
Mino ha i baffi bianchi sopra la bocca.
“Mamma, per chi sono quei fiori?”
“Per il nonno, pesciolino mio. Oggi è andato in Cielo”.
E lo abbraccia, gli pulisce i baffi di latte e gli ravvia i capelli.
“Ora vai, torna a giocare”.
“E i compiti?”
“Per oggi non importa. Pensa solo a giocare e a fare il bravo bambino”.
Mino torna al fiume. Il sole comincia a calare dietro il casamento di fronte, i pesci si nascondono sott’acqua per dormire sul fondo. Ma ecco che in mezzo al Mississippi, avanza maestoso un battello a ruota pavesato di luci. Mino si incanta a guardarlo, non ha mai visto un battello così grande e festoso: c’è un’orchestrina che suona e gente che balla, e le macchine fanno pot-pot e dietro si forma una allegra cascata di spruzzi.
E quello lì a prua… ma sì, è lui, è il nonno, con la giubba da pescatore, la canna da pesca sulla spalla e il sorriso birbante dei suoi giorni migliori, che si toglie il cappellaccio di paglia e lo agita verso di lui in segno di saluto.

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Questo è quanto richiesto dall’eds della Donna Camèl, al quale partecipo insieme a:
Angela con Album di famiglia in un interno. Bianco come il bagno nel mese dei lucci
WonderDida con Lamento di una giovane morta
Lillina con Il soffio della vita
Gordon con Caramelle
Dario con Austinu
Hombre con Chi s’è mai sognato di mangiare una rondine?
Angela con L’agosto del pesce volante e del pettirosso timido
Pendolante con La lista
La Donna Camèl con L’occhio del branzino deve essere bianco
Il Coniglio Mannaro con Diffidenza
Hombre con L’incanutito e la salata immensità

11 thoughts on “Mississippi

  1. Pingback: La lista | Pendolante

  2. Tenerissimo il bimbo che pesca in terrazzino i pesci di tutti i mari
    Tra i due questo , ma io ho un debole per i ricordi di famiglia, mi emoziona di più
    Ciao

  3. Che magie fanno i nonni e che vuoto lasciano e quante volte i piccoli vengono esclusi dal lutto nel vano tentativo di proteggerli, senza capire che gli si nega il diritto all’elaborazione della mancanza… tristissimo e dolce Melusina

  4. Pingback: Le diottrie del Sig. Paolo | pernonsprecareunavita

  5. Pingback: Petr e la sua Mìlena | L'inverno del nostro scontento

  6. Fra i due, preferisco quest’ultimo Melusina. “Una mano di bianco” è scritto sicuramente meglio e con più ricercatezza, ma quando metti in mezzo questo tipo di personaggi e questo tipo di emozioni, come in “Mississippi”, ecco, c’è la Melusina migliore, per me :)

    (e comunque sì, vogliamo la raccolta, magari in comodo eBook)

  7. Pingback: Minnie | Tratto d'unione

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