Post con poca sostanza ma tanti grassetti e corsivi

Cioè.
Io posso anche capire, l’ho avuta anch’io la tua età (magari senza i tuoi brufoli) e un rimbambimento simile al tuo per qualche cantante, anche se nel mio caso si parla di nomi tosti che hanno sfidato il tempo, John Lennon, Mick Jagger, Bob Dylan, non so se hai presente. Quindi capisco. E potrei perfino intenerirmi, guarda, nel rivedere me stessa quattordicenne, alle prese con gli sconquassi dell’adolescenza, nell’infantile eccitazione, un po’ vergognosa addirittura, con la quale tu, con tutta evidenza un esponente della florida tribù locale dei Bimbominkia, mi chiedi in prestito il libro del vostro idolo attuale, quell’anatroccolo biondino che alla bellezza di soli 16 anni ha già pubblicato 240 pagine di autobiografia.
E da quanto ti capisco mi impongo di dissimulare lo scoramento, di evitare che passi in un disgusto che mi spingerebbe a esortarti ad alzare i tacchi, inforcare la tua biciclettina e sparire dalla biblioteca e dai suoi dintorni perlomeno fino al raggiungimento di una qualche forma di seppure rudimentale autoconsapevolezza; ma anzi sotto i tuoi occhi febbrili mi impegno in una ricerca professionale ad amplissimo raggio nell’intero catalogo provinciale (un milione e duecentomila e rotti record), ottenendo il risultato più prevedibile da chi sia dotato di un minimo di sale in zucca e sia al corrente dei tagli economici che si sono abbattuti come pietre tombali sul bilancio delle biblioteche pubbliche. No, tesorino brufoloso, la biografia del tuo venerato Justin non ha riscosso l’interesse di alcuno dei 98 bibliotecari del sistema provinciale, tutti occupati a far quadrare i conti e a ipotecarsi le mutande per potersi permettere di acquistare un Fois o un Lansdale per due Bieber.
Quello che non capisco, invece, è il beato ottimismo col quale annunci che ci riproverai tra qualche giorno, fiducioso che la prossima volta sarai più fortunato perché ai più lungimiranti dei bibliotecari non potrà sfuggire ancora a lungo l’imprescindibilità di quel libro sui loro scaffali. A dire il vero, non hai neanche tutti i torti, ma per quel che riguarda questa biblioteca, la nostra, la mia, non ho il minimo dubbio che la tua speranza sia male, malissimo riposta.
E quello che soprattutto mi chiedo è come sia possibile che non ti passi neanche per l’anticamera della scatola cranica che potresti molto più velocemente, coerentemente e onestamente investire parte della tua paghetta – perché ce l’hai, no?, la paghetta – per comprartela tu la tua ciofeca, con i tuoi soldi e non, vivaddio, con quelli dei contribuenti. Cioè, per dire, anche i miei. Che, se permetti, è chiedere davvero troppo.

ps: per fortuna negli ultimi due giorni ho prestato anche due Decameroni, un Buzzati e una Guerra del Peloponneso. C’è speranza.

pps: Dio mi perdoni, perché una brava bibliotecaria dovrebbe prestare qualunque cosa senza battere ciglio, ma francamente non sarò mai d’accordo con chi dice “qualunque cosa purché leggano”. Ennò. Bisogna educarli da piccoli!