De senectute

Oggi se ne va anche la seconda figlia. Fra poche ore si imbarcherà al Marco Polo di Venezia con il suo cervello e la sua laurea magistrale da 110 e lode che qui in Italia finora le hanno fruttato solo qualche mese in un call center, sei-ore-sei di supplenze e decine di lefaremosapere. Sembra che a Parigi invece sappiano cosa farsene, del suo patrimonio culturale e caratteriale.
Tornerà spesso, è vero, e andremo a trovarla, vero anche questo; purtuttavia lascia la casa per volare, d’ora in poi, in proprio. E la casa resterà ancora più vuota.
Vedere da qualche giorno tutte queste valigie in giro mi suggerisce alcune considerazioni sulla vecchiaia. La mia, che magari non somiglia a quella di nessuno. E che comunque è ancora indietro; diciamo che sta imparando.
Razionalmente (ma neanche tanto), ho cercato di analizzare vantaggi e svantaggi.

 Vantaggi:

– Prima di agire, penso. Non fosse che per ricordare cosa avevo in mente di fare.
– Sparite le emicranie, ricordi giovanili.
– Aumentata la voglia di leggere e la capacità di selezionare la letteratura dalla fuffa.
– Allentati, in quota significativa, certi freni inibitori che mi ingessavano la scrittura.
– Aboliti i miei compleanni, che cominciavano a sapere di commemorazioni.
– Libertà di non essere omologata né omologabile.
– Comodità di permettermi piccoli lussi politicamente scorretti (tipo cenare con cioccolata e pan biscotto).
– Il fascino della prima, piccola macchia su una mano.
– Liberazione dalla trappola psicologica del fasciarsi la testa prima del tempo.
– Orgoglio di poter dire: i Beatles? Io c’ero! 

Svantaggi:

– Dover ricorrere a internet perché l’elenco telefonico è scritto troppo in piccolo anche per i miei occhiali.
– Le pastigliette da prendere la sera.
– La spalla che duole quando cambia il tempo, e non è una vecchia gloriosa ferita di guerra ma una vigliacca periartrite scapolo-omerale.
– Non mi ricordo più il colore naturale dei miei capelli.
– Ho perso il gusto di seguire il tennis dopo che si è ritirato anche Agassi.
– Il frigo è coperto di post-it con promemoria.
– Nei parcheggi perdo la macchina.
– Per risparmiare memoria, ho rinunciato a imparare il mio numero di cellulare. Non avevo scelta: o quello o il pin del bancomat.
– Ragiono ancora in lire: basta moltiplicare per due i prezzi in euro.
– Calcolando, per eccesso, di vivere altri 30 anni, e confidando, per eccesso ancora più spudorato, di mantenere fino all’ultimo la luce della vista e quella dell’intelletto, quanti libri mi restano da leggere? Ecco, su questo non ci dormo. E dato che non dormo, leggo.

 Buon volo, coniglietta.