Sì, vabbè, Sapienza…

camauro

Lasciando per scontato che negare la libertà di parola a chicchessia è un gesto di ingiustificabile inciviltà, mi rimane tuttavia il sospetto che ad animare il rifiuto verso la presenza di Ratzinger nel tempio del sapere laico non sia stato solo un vento di rivendicazione della suddetta laicità del suddetto sapere, ma anche una infastidita e serpeggiante antipatia nei confronti di un (troppo) potente che offre di sé senza vergogna l’immagine patetica di un uomo al contempo timido e vanitoso, colto e ingenuo, preparato e sprovveduto. Un’immagine di scarso spessore, di bassa statura, di improbabile plausibilità.
Certo, fin dal primo giorno l’attuale pontefice è costretto a confrontarsi con quel monumento alla comunicazione di massa che era stato il suo predecessore. Si fosse annunciato lui, il titanico Woytila, alle porte della Sapienza, docenti e discenti gli sarebbero corsi incontro agitando le palme e cantando inni da scouts, e lo avrebbero portato dentro trionfalmente e con grande e reciproco divertimento, pronti ad accettare dalla sua voce tonante e sicura anche anatemi medievali contro la scienza moderna, e a rifletterci poi la notte, in compagnia di un inconfessato cilicio, ciascuno nella propria cella di scienziati duri e puri.
Ma questo ometto qua che si pavoneggia e manco si accorge di pestare merde solenni in occasioni ancor più solenni, col suo fare e dire da timorosa beghina, ostentando un’umile riservatezza che puzza tanto di repressa permalosità, è partito zoppicando e non ha ancora trovato il passo vincente.
Ora si ritira, amareggiato dal rifiuto e impensierito da paventate minacce alla sua sicurezza (slogan e uova marce, suppongo), ma solo dopo aver causato un tumulto increscioso e ridicolo che tutti avremmo voluto ci fosse risparmiato. E ci sarebbe stato il modo per farlo – lo dico ai sapienti della Sapienza – il più semplice e più intelligente, il modo sicuro per neutralizzare quella che si è voluto vedere come una allarmante intrusione della Chiesa nel campo della Libera Scienza; il modo più economico eppure più incisivo, un’arma tanto convincente da risultare letale: l’indifferenza.

P.S.: leggete anche cosa e come la pensa questo signore qua, che – Dio lo benedica – scrive infinitamente meglio di me.

6 thoughts on “Sì, vabbè, Sapienza…

  1. Se non fosse un espressione detestabile, direi che finalmente qualcuno ha dimostrato di avere le palle.

    Sulla chiesa e su come la penso, stasera ho già detto la mia e comunque sono sostanzialmente d’accordo con te.

    Mi ha impressionato il post di quel signore li (che comunque non scrive affatto meglio di te) sulla libertà di parola.

    Tutte cose sacrosante quelle che dice: tutti siamo liberi di dire la nostra finché non rompiamo le palle, altrimenti ci pestano.

    Ciao Bedda

    I.

  2. Ahime ! Sta per arrivare un’offensiva clericale senza precedenti; adesso fanno pure le vittime; roba da matti, proprio il Papa che ha un potere mediatico immenso come nessun umano al mondo..stavolta gli è andata male..Ciao

  3. Ho avuto occasione, casualmente, di poter leggere quel mancato discorso del papa alla Sapienza che ho trovato di una acutezza e attualità sconvolgente.

    Anchise

  4. Mi son letto la lezione su Galileo che tanto aveva infastidito i fisici, tenuta dall’allora card. Ratzinger. Ebbene, i fisici avevano ragione. La lezione era tutto un astuto citare filosofi della scienza che, presi nei loro argomentari, non pensavano forse che le loro frasi sarebbero state estorte dal contesto e antologizzate per dire che, insomma, le teorie galileiane erano “irragionevoli” per i tempi.

    Due punti sfuggivano al card. Ratzinger:

    (1) che il sistema copernicano era necessario a “spiegare” il bizzarro moto dei pianeti attorno alla terra (per nulla bizzarro attorno al sole); [sara’ anche tutto relativo, come il card. riporta in una citazione, ma mi chiedo quale scienza sia possibile mettendo i sistemi di riferimento a casaccio; che so, su un cagnolino errabondo]

    (2) che non si fa il servizio della conoscenza mostrando agli scienziati e ai filosofi le camere di tortura.

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