Autoreferenziale (a fin di bene)

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Nel blog che ho aperto qualche tempo fa per la Biblioteca Comunale dove lavoro come volontaria (vedi post precedente), si vanno aggiungendo argomenti e spunti che forse meritano un minimo di pubblicità. Voglio dire, si parla ovunque di temi fondamentali come il Grande Fratello, ma nel nostro piccolo non rischiamo certo di rubare spazio a notizie di così capitale importanza segnalando che, a tempo perso, ci si può anche distrarre dal logorio della vita moderna con una breve sosta per il caffè in compagnia dei nostri articoli, che parlano di libri, di librerie, di grandi autori, del nostro comune amore per la lettura.
Vi segnalo tra gli altri:
il post di Irene su una pittoresca libreria di Parigi
– la splendida poesia di Borges sul significato della Biblioteca come memoria del mondo
– e oggi in home page la commemorazione di Alda Merini.
Ma andando un po’ indietro troverete dell’altro: considerazioni sui vari aspetti del libro e sui criteri che ci ispirano a sceglierlo, recensioni e confessioni di lettori, piccole segnalazioni varie.
E siccome molto altro bolle in pentola, vi invito a tenerci d’occhio anche in seguito: non so se riusciremo a stupirvi, ma ci stiamo provando.

Un nuovo arrivato

Lo so, è vero, sono in colpa per la mia lunga latitanza, ma ho i miei motivi, e non tutti ahimé sono simpatici.
Uno però lo è, è un buon motivo, lui sì simpatico, un motivo che mi impegna quasi tutto il tempo libero e che mi sta fornendo gratificazioni in crescendo: da diversi mesi frequento tutti i pomeriggi una biblioteca comunale attivissima prestando servizio volontario, vale a dire mettendo a disposizione del pubblico (che è miracolosamente numeroso, con cifre da record) le conoscenze che mi vengono da una lunga e intensa esperienza di lettrice.
La biblioteca è situata a Limena, una cittadina degli immediati dintorni di Padova; lasciatevi alle spalle la zona industriale, girate a sinistra lungo la larga via dove il mercoledì si tiene il mercato, proseguite fino in fondo, in quel tratto che termina a fondo cieco ed è ombreggiato da alti pioppi. A destra vedrete l’edificio della scuola media e la fontanella; a sinistra si apre un vasto giardino pubblico frequentatissimo; di fronte a voi troverete il cancello che vi farà entrare nei locali della biblioteca. Non potete sbagliare.
E casomai guardate qui, sul sito da poco rinnovato e ancora in via di ottimizzazione.
In questi giorni, la Biblioteca di Limena, già la prima del territorio a essersi dotata, cinque anni fa, di una NewsLetter, se ne esce – complice, e ne sono orgogliosa, il mio zampino – con un Blog dal titolo un po’ presuntuosetto Babele decifrata, che vorrebbe porsi come strumento aggiuntivo di dialogo con e fra i suoi utenti. Le speranze della sua riuscita sono tante, tante quanto i dubbi sulla sua accoglienza, ma sapendo che l’importante è partire e poi tenere duro vi segnalo questo piccolo evento invitandovi a curiosare e, se interessa, a partecipare. I temi sono tutti quelli pertinenti il mondo dei libri, e chiunque potrà aiutare il Blog commentando quelli proposti e suggerendone di nuovi.

Venite a trovare me e i miei amici qui:

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Giugno 1968

un omaggio a Borges da una bibliotecaria mancata

Borges

GIUGNO 1968

Nel meriggio dorato
e in una serenità di cui il simbolo
potrebbe essere il meriggio dorato,
l’uomo dispone i libri
negli scaffali che attendono
e sente la pergamena, la pelle, la tela
e il piacere che dà
immaginare un’abitudine
e istituire un ordine.
Stevenson e l’altro scozzese, Andrew Lang,
riprenderanno qui, per virtù magica,
la lenta discussione che interruppero
gli oceani e la morte
e a Reyes certo non dispiacerà
stare accanto a Virgilio.
(Ordinare una biblioteca è
esercitare, in silenzio e modestia,
l’arte del critico.)
L’uomo, che è cieco, sa
che non potrà più decifrare
i bei volumi che tocca
e che non gli daranno aiuto a scrivere
il libro che lo giustifichi agli occhi degli altri,
ma nel meriggio che forse è dorato
sorride del suo bizzarro destino
e sente la felicità che è propriadelle vecchie cose che s’amano.

Jorge Luis Borges (da “Elogio dell’ombra”)