Il posto giusto per scrivere è tra la fantasia e le allucinazioni, in bilico. Sta a mezzo tra i ricordi e le profezie, tra gli scarti e gli eccessi, dentro un disordine nuvoloso che si apre a folate. Imbocchi una strada sottile, un cavo d’acciaio sopra i tetti, a cavallo dei fiumi, sospeso attraverso il mare, teso fra i ghiacciai, e senza equilibrio lo percorri a occhi bendati. Ogni volta che perdi la direzione anneghi un attimo e poi cerchi fiato di nuovo. La nebbia dorata ti riassorbe e ci sprofondi. Ci rinasci, e tutto daccapo. Boschi e praterie e dune di deserto, e in fondo non si vede il fondo. Va disegnato metro su metro. Dipingi con gli occhi quel che non c’era prima. Crei come dio. Sei dio. E non distingui il bene e il male. Ciò che è vivo è anche giusto. Il resto è un silenzio ancora da scrivere.
ti sei resa conto che hai scritto una poesia? ci sono le metafore, c’è il ritmo, c’è tutto. buona giornata
No no, non mischiamo gli ebrei con i samaritani: sei tu la poetessa, e grande, anzi sempre più grande e sorprendente. I miei sono balbettii.
Comunque il tuo apprezzamento mi migliorerà la giornata: grazie.
va bene va, esageri, ma ora sei tu che mi hai migliorato la giornata, grazie buccia.