Come una farfalla

Butterfly

Le cose succedono per due motivi: o perché le facciamo succedere noi, o perché le fa succedere qualcun altro. Naturalmente, spesso ci fa comodo attribuirle al Caso, ma il Caso mica esiste: il Caso non è altro che un concorso di circostanze, alcune deliberate e altre meno, nelle quali, con pazienza, è sempre possibile identificare le responsabilità di qualcuno. Anche gli eventi naturali sono prodotti da qualcosa, da meccanismi messi in moto da qualcuno: uno sciatore scriteriato può innescare una slavina, un disboscamento speculativo può causare uno smottamento, un esperimento nucleare può determinare crolli sotterranei e quindi terremoti. Una farfalla batte le ali a Samarcanda, e a Caracas un maestro elementare si becca un raffreddore sull’autobus che lo porta a scuola. Insomma, circa.
Però ho notato che le cose succedono con una velocità e una varietà inversamente proporzionali all’età del soggetto. Le cose succedono più spesso e sono più significative quanto più si è giovani; poi a una certa età rallentano, o smettono.
A me ne succedevano tante, me lo ricordo. A periodi, era arduo starci dietro, per farlo ero sempre di corsa e dormivo poco per non dimenticarle. Certi giorni, erano talmente incalzanti che la sera mi ritrovavo a piangerci sopra dalla stanchezza.
Adesso invece chissà dove sono andate. Per succedere, le cose, succedono; ma succedono più agli altri che a me. Eppure mi pare di non avere mai smesso di mettercela tutta per farle succedere, ma si vede che non basta più, non come una volta. E’ come se le cose che mi succedono, ormai sempre meno e sempre più insignificanti, fossero solo quelle che faccio succedere io stessa; è come se gli altri non mi vedessero neanche, o si fossero dimenticati di me, di mandarmi le conseguenze delle loro azioni perché diventino cause che mi riguardano, di intervenire – anche da Samarcanda o da Caracas – per portare novità e cambiamenti nella mia vita.
Ogni mattina mi alzo e mi dico: “Oggi faccio succedere qualcosa. Ma cosa?”.
E mi metto anche io a battere le ali, come quella farfalla.

2 thoughts on “Come una farfalla

  1. ciao mi sono ritrovata pienamente in questi tuoi pensieri sono gli stessi che ho dentro anch’io, quando ero più piccola mi sembrava di avere l’infinito davanti e tutto il tempo di questo mondo e che avrei potuto vivere tutte le vite che volevo, crescendo mi sono resa conto che non c’è niente di quello che credevo, la mia vita è come se si spegne piano piano lentamente, come dici tu non ci sono sorprese, cose belle, imprevisti, emozioni che fanno battere forte il cuore, sono volati via anche tutti i momenti leggeri spensierati, crescendo la mia vita è diventata come un peso che mi porto dentro, mi trascino avanti a piccoli passi, non trovo più gli stimoli per godere le più piccole cose, penso che i miei vent’anni sono bruciati e andati via in fumo in un battito d’ali e adesso mi sento stanca dei giorni sempre uguali, dei giorni sterili, vuoti, aridi, è come se tutto sia andato perduto e non mi è rimasto niente tra le mani, solo effimere e ingannevoli illusioni.

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