Maghi

Questa era l’idea per un racconto, e mi si era incastrata in testa da mesi senza riuscire a prendere forma in modo convincente. Tra ieri e oggi, invece di giubilarla e amen, l’ho condensata in una specie di nonsobenecosa, una ballata, una fiaba, insomma qualcosa pur di non buttar via tutto, che, si sa, dispiace

MAGHI

zingari

E vennero di notte
era la notte dell’ultima luna
bruna la pelle e lame in mezzo agli occhi,
con il fruscio di sandali e mantelli
il tintinnio gentile delle mandrie
(erano capri, erano giumente)
sotto le mura ad accamparsi
maghi che fossero, o briganti ripentiti
L’acqua al pozzo pagarono in contanti,
in drappi damascati e biondo rame,
ai soldati venuti a interrogarli
con le armi, ostili e con arcigno fare.
Fabbri di giorno e fate tessitrici,
nel tempo che restarono
(fu poco, in verità, da luna a luna),
la notte usavano danzare in cerchio,
e ne veniva alla città silente
i flauti ed i falò
nacchere e tamburelli
nomadi canti da stregare il cuore.
L’Infanta dagli spalti li spiava
presa d’amore e dalla fantasia.
Per un intero mese, dalle mura
non passarono più, per raro incanto,
le malattie, la morte, la vecchiaia;
nacquero figli sani e benedetti,
vi fu pane per tutti e nuove leggi.

Ripresero il cammino un imbrunire
senza un suono o un saluto, ma le tracce
dei miti ciuchi e cenere di fuochi
ed un brillio di consumate stelle.
Li ha rivisti qualcuno chissà dove
– un altro luogo di là da un deserto –
figli della fortuna e dell’azzardo
segni o sogni fugaci degli dei.

8 thoughts on “Maghi

  1. uau, non ci posso credere: ho dribblato i casini di splinder 5.5 (vedere per credere le valanghe di lamentele dalla blogsfera alla redazione) e a furia di dài sono riuscita a piazzare un post!

  2. mi ha fatto venire in mente un tuo racconto, quello della regina delle zingare. hai questa magia nell’animo di gente misteriosa che arriva da lontano. magica storia, storia di maghi. piaciuta, potrebbe piacere anche a paesanino. ciao a.

  3. Il racconto lo avevo intitolato Regine, ma era una storia vera, verissima, di quando ero medico in ospedale. La gente misteriosa che arriva da lontano, sì: è una mia immagine ricorrente, significa che mi sento sempre in partenza, eppure non posso andarmene mai.

  4. Certo che da una veneziana, la cui città d’origine fu ambasciatrice di tutte le terre, cognite et nondum cognite, il fatto che si parli di viaggiatori e terre lontane è comprensibile… :)

    Sam

  5. In effetti dice di essere una dal trasloco facile, chissa se è per qualcosa che cerca o per qualcosa che vuole lasciarsi dietro, o più semplicemente sono gli altri a mandarla via… :-DDD

  6. mi piacerebbe entrare in quella tua testa, secondo me sotto scatole e ragnatele si trovano un mucchio di cose interessanti.

    un sorriso

  7. Sam: ci hai visto giusto

    Rik: la terza che hai detto

    Pendolare: grazie, cara, sei coccolissima. Volevo dirti che il mio portatile nuovo di zecca l’ho chiamato Abulafia, Abu nell’intimità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.


*