Houston, abbiamo un problema

Si abbiano (io ho) i seguenti dati:
– pc con Vista (beh, non cominciate subito a dire “c’è di meglio”)
– client di posta Windowsmail (ho le mie manie, ok?)
– account (più d’uno ma tutti con) @libero (sì, lo so, non il massimo della stabilità)

Da stamattina l’ambaradan si è ammutinato e mi scarica la posta in arrivo in doppia o triplice copia, ma non mi permette di inviare – ‘sto impunito – perché a suo dire nomeutente e password non gli garbano più (guarda se si può essere più volubili di così!)
Dopo aver provato con le buone, sono passata ai vaffanculo, ma si vede che i miei sono un po’ debolucci. C’è mica qualcuno che può rincarare la dose in milanese, toscano, calabrese, genovese, romano, meglio ancora turco?
O, in alternativa ancora più gradita, un neurochirurgo psicosomatico con specializzazione in endocrinologia e andropausa elettronico-informatica in grado di suggerirmi che cazzo fare?

* * *

Aggiornamento domenica 15 luglio: ho scritto, mi hanno risposto, ho seguito alcune istruzioni e ora va meglio. Nel senso che posso inviare; però continuo a ricevere in doppia copia, e ogni tanto mi si chiede ancora di inserire nomeutente e password, ma così, random, a cazzo. Mi contento, dai, che a scrivergli ancora c’è rischio di incasinare tutto di nuovo. Un grazie commosso agli affezionati imprecatori che, nel raccoglimento delle loro camerette, si sono uniti a me in ispirito per elevare un coro di appropriate bestemmie suppliche.

Io e lui

– Cosa fai, vai a letto?
–  È quasi mezzanotte, voglio leggere un’oretta.
– E mi spegni?
– Beh per forza, come sempre.
– Un po’ mi dispiace.
– Dai che fra poche ore ti riaccendo. Sei, sei e mezza massimo.
– Sì ma io intanto cosa faccio?
– Niente. Dormi anche tu.
– Hai mai pensato di lasciarmi in stand by?
– No, perché russi.
– È la ventola. Sarà un anno che non me la pulisci.
– Non è solo la ventola, sei anche diventato lento. Stai invecchiando. Perciò russi.
– Ho solo tre anni. Vuoi già cambiarmi?
– Se diventi ancora più lento, ci potrei pensare.
– Sono lento perché sono strapieno. Hai idea di quanta roba ho dentro?
– Sei lento perché stai invecchiando.
– E stai invecchiando anche tu, perché sei diventata una accumulatrice compulsiva.
– Tu leggi troppo.
– Senti chi parla.
– Comunque preparati perché adesso ti spengo.
– Di’, ma ci hai pensato a quante cose conosco io di te?
– Cos’è, mi stai ricattando? Guarda che mi ci vuole un attimo a formattarti.
– Non lo faresti mai.
– Scommettiamo?
– Lascia stare, hai già perso la scommessa.
– Ti comprerò un hard disk nuovo, va bene?
– Esterno, spero.
– Esterno, esterno.
– Non meno di un tera, però.
– Ovvio. Ed è ancora poco. Guarda che costa, eh. Lo faccio per te, sennò mi stressi.
– Grazie, ora va molto meglio. E posso chiederti un’altra cosa?
– Una ancora e poi basta, eh?
– Sai quel programmino nuovo che mi hai dato da mangiare, quello per contare gli accessi al blog? Mi dà prurito. Mi gratto dappertutto. Non è che potresti togliermelo di dosso?
– Ah quello. Dà fastidio anche a me, se devo essere sincera. Ma vedo che lo hanno tutti, e nessuno si lamenta. Sei tu che sei un frignone.
– E poi ci sarebbe quell’immagine sul desktop che mi ha un po’ stufato…
– Quale, Snoopy? È vero, è un po’ che è lì. Tu cosa vorresti, al suo posto?
Questa, se non ti dispiace troppo.
– Ah, Melusina! Si può fare.
– Il fatto è che me ne sono innamorato.
– Addirittura.
 – E tu, mi ami?
– Dico, sei fuori?
– Ripeto: mi ami? Sii sincera.
– O insomma, ti amo ti amo… diciamo che tengo molto a te.
– E non puoi fare a meno di me, vero?
– Non posso fare a meno di te. Ecco, l’ho detto; sei contento adesso?
– Allora mi ami!
– Basta, buonanotte.
– Aspetta aspetta, ancora un attimo, ti prego!
– … uffa…
– Ti posso fare un’altra domanda? L’ultima, lo giuro.
– L’ultima.
– … sognerò?